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È nato in Svezia ma si è diffuso anche da noi dove le temperature miti ne facilitano la pratica. Si chiama plogging ed è una rivisitazione in chiave ancora più sostenibile delle camminate sportive all’aperto.
A differenza del normale jogging, infatti, il plogging, dallo svedese “plocka upp” che vuol dire raccogliere, è una camminata che unisce i benefici dell’allenamento fisico ai benefici per l’ambiente perché prevede di raccogliere i rifiuti che si incontrano sul proprio cammino mentre su fa attività sportiva.
Nessun orientamento alla performance, ma un genuino amore per l’ambiente e per lo sport all’aria aperta.
Lo sport che unisce le comunità
Al di là della novità del nome, il plogging è una pratica che può contribuire a creare spirito di condivisione e di appartenenza alla comunità con ottime ricadute sulla cura del bene comune e dell’ambiente.
Sulla scia della Svezia, in diverse parti del mondo sono nati spontaneamente gruppi di persone che si incontrano per camminare e raccogliere rifiuti dalle strade o da altri ambienti con l’aiuto di sacchi e guanti. Sono diverse anche le associazioni che ne promuovono l’attività sul territorio.
Iniziative più strutturate sono nate a Bolzano, Bologna, Firenze e Bari. In queste ultime tre città sono state organizzate anche le StraPlogging, percorsi che hanno unito corsa e recupero rifiuti.
Sulle alpi torinesi della Val Pellice si è addirittura svolta la prima edizione dei Campionati del Mondo di Plogging!
Il plogging, insomma, può essere una buona abitudine da coltivare e diffondere con impatti positivi per tutti.