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Arriva nel pieno della pandemia un'importante ricerca che fotografa il rapporto degli italiani con il mondo delle donazioni.
La ricerca si intitola Global Trends in Giving 2020 ed è un vero e proprio progetto di ricerca digitale in crowdsourcing. Viene realizzata ogni due anni da Funraise e Nonprofit Tech for Good e per la prima volta include anche l’Italia che ha partecipato grazie al contributo di 37 partner tra cui Fondazione Ant, Rete del Dono e Associazione italiana fundraising.
Leggi il report completo sul sito di Italia non profit>
I dati raccolti mettono in luce aspetti molto pratici delle donazioni nostrane e sono per questo un utile punto di riferimento per tutte le associazioni e le organizzazioni che a vario livello promuovono iniziative e raccolte benefiche.
Se siamo un popolo generoso e con una forte tradizione di volontariato, infatti, facciamo ancora fatica a basarci sui numeri e ad adottare un approccio strategico quando si tratta di buone cause. I numeri, però, sono conoscenza e anche quando si applicano alla generosità possono fare la differenza.
Aiuti per i più piccoli e pagamenti online
La ricerca è stata condotta in modalità digitale tra il 1° marzo e il 31 maggio 2020 ed evidenzia come i cittadini italiani preferiscono essere coinvolti dagli enti, quali sono le cause sociali che suscitano maggiore interesse, i canali mediante i quali le persone preferiscono fare donazioni e molto altro ancora.
Scorrendo il report, ad esempio, si scopre che il 68% dei donatori partecipanti alla ricerca sostiene non profit italiane. Parlando di generosità, c’è anche un curioso ribaltamento della questione di genere: il 65% di chi dona è donna mentre i non donatori risultano essere per la quasi totalità maschi adulti nati tra il 1965 e il 1980. Tra i motivi della ritrosia, un misto di mancanza di risorse economiche e un certo scetticismo nei confronti del mondo del non profit.
Maggiore attenzione è riservata ai bambini e ai giovani (23% delle donazioni), mentre i canali di comunicazione più efficaci si rivelano i social media (45%), seguiti dalle email (41%) e dai siti web (35%).
Interessante il capitolo sui metodi di pagamento. Gli italiani non sono donatori “fedeli” (solo il 3% ha sottoscritto un programma di donazione ricorrente) e quando contribuiscono con denaro prediligono nettamente l’online (58%), a seguire il bonifico bancario (39%) e PayPal (23%).
Per le condizioni di contesto generale, nella ricerca c’è anche spazio per la pandemia. Tirando le fila dell’impegno dei nostri connazionali durante il lockdown e sin dall’entrata in vigore delle norme di distanziamento sociale, oltre il 66% degli italiani ha donato per l’emergenza. Il 59% ha svolto attività di volontariato e oltre il 79% ha contribuito donando beni materiali alle persone rimaste senza mezzi per il sostentamento. Uno sforzo che probabilmente continuerà anche nei mesi a venire.