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Coopera - Iniziative
03/02/2020
Social Street: il virtuale che diventa virtuoso

Sembra un paradosso ma con il digitale si può tornare indietro. A volte con vantaggio di tutti.

E' ciò che racconta l’esperienza di Social Street, una sorta di buon vicinato aumentato grazie alla potenza dei social media. Un nuovo modello di convivenza e di condivisione degli spazi che sta prendendo piede in tutto il mondo riportando la socialità a una dimensione più locale e territoriale. Più simile a quella che caratterizzava le nostre città qualche decennio fa, nell’era analogica dei vicini che si aiutavano tra loro.

L’idea di Social Street nasce nel 2013 a Bologna dall’intraprendenza di una giovane coppia appena trasferitasi nel capoluogo emiliano. In cerca di contatti sociali per gestire le difficoltà di una quotidianità da riprogettare, dà vita al gruppo facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna”.

Fin da subito il gruppo diventa un antidoto contro l’impoverimento della vita sociale del quartiere trasformandosi in uno strumento molto efficace di coinvolgimento e di reciproco aiuto. Diventa insomma una piattaforma per creare e rafforzare rapporti sociali tra persone che, come accade nella maggioranza delle grandi città, pur abitando vicino vivono spesso nell’ignoranza reciproca.

Su facebook invece le persone condividono iniziative e mettono a disposizione il proprio tempo per ridurre la solitudine di chi vive solo o ha bisogno di compensare la carenza di servizi sociali come l’asilo nido o l’assistenza agli anziani. Ottimo strumento anche per vivere il territorio in maniera più sociale.

Le ragioni del successo di questi gruppi (oggi oltre 450 tra Italia ed estero) sono diverse:

  • l’utilizzo di facebook: un mezzo gratuito e facile da usare;
  • la chiusura del gruppo per scelta: circoscrivere le iscrizioni ai residenti in un’area precisa favorisce la partecipazione effettiva alle iniziative del territorio;
  • l’assenza di una struttura: ogni gruppo decide le modalità di coinvolgimento per tenere conto delle diverse peculiarità dei territori e delle comunità coinvolte;
  • inclusività: esclusione di qualsiasi elemento economico / giuridico / politico.

Tutti questi motivi fanno del Social Street un esempio di quel “civismo” ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Matterella nel suo discorso di fine anno: il civismo che «argina aggressività, prepotenze, meschinità, lacerazioni delle regole della convivenza».

In altre parole, i gruppi social street possono essere una soluzione al degrado urbano e alla solitudine nelle nostre città e al tempo stesso sono la prova che ciascun territorio, per poter essere vitale, per progettare e offrire sostegno alla comunità, ha bisogno di coltivare legami tra le persone.

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